Urania Classici 0090 - Anonima Aldilà by Robert Sheckley

Urania Classici 0090 - Anonima Aldilà by Robert Sheckley

autore:Robert Sheckley [Sheckley, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: urania, fantascienza, narrativa
editore: bandinotto
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


A un certo punto, nel mezzo della notte, fu svegliato da un urlo. Afferrando la sua baionetta balzò in piedi e scrutò l’oscurità. Vi fu un altro urlo, più vicino, questa volta, e un rumore di rapidi movimenti tra gli alberi. Poi qualcuno gettò una manciata di foglie sul fuoco morente.

Nell’improvviso bagliore giallastro, Blaine vide un uomo trascinarsi barcollando verso il campo. Era una delle sentinelle, e trascinava dietro di sé la sua alabarda. Sanguinava da due ferite che però non apparivano mortali.

«Bastardo» gemette l’alabardiere «maledetto bastardo.»

«Calmati, Chico» disse uno degli uomini aprendogli la camicia per pulirgli e fasciargli le ferite. «Lo hai preso?»

«Era troppo svelto» gemette l’alabardiere. «L’ho mancato.»

Per quella notte nessuno più dormì.

I cacciatori si mossero di nuovo alla prima luce dell’alba, in ordine largamente sparso, alla ricerca della traccia. Teseo trovò un bottone rotto e poi la metà di un’orma. La caccia murò direzione e i cacciatori presero a inerpicarsi per uno stretto costone.

Alla testa della compagnia, Otto lanciò un improvviso richiamo. «Ehi! Eccolo!»

Teseo corse avanti, seguito da Blaine e da Sammy. Videro Hull indietreggiare, tenendo d’occhio Otto che faceva volteggiare le sue bolas sopra la testa. Il lasso argentino roteò sibilando nell’aria facendo girare vorticosamente le tre palle di ferro. Poi Otto lo lasciò andare. Nello stesso attimo Hull si gettò a terra. Le bolas sfrecciarono nell’aria a pochi centimetri sopra la sua testa e si attorcigliarono al ramo di un albero spezzandolo. Hull ghignando selvaggiamente, si lanciò sull’uomo disarmato.

Prima che lo raggiungesse, Teseo si interpose, brandendo il suo tridente. I due si scambiarono qualche colpo, poi Hull si volse di scatto e fuggì.

Teseo lo insegui. La Preda urlava di dolore ma continuava a correre.

«L’hai ferito?» chiese Jones.

«Soltanto un graffio in una natica» disse Teseo. «Probabilmente fa soffrire solo il suo orgoglio.»

Continuarono a inerpicarsi sul costone che diventava sempre più stretto, su su verso la cima. Rari rumori e impronte dicevano chiaramente che la Preda era ancora davanti a loro e che si ritirava verso l’alto. Man mano che il terreno si restringeva, essi potevano serrare sempre più la loro fila, e la possibilità che Hull potesse sfuggire diventava sempre più tenue.

A quell’altezza i pini e gli abeti erano divenuti ormai radi. Sopra di loro c’era un confuso labirinto di massi di granito, e più su ancora, la vetta vera e propria.

«Attenti! E là dietro!» gridò Jones ai cacciatori.

Mentre lo diceva, Hull si lanciò all’assalto. Balzò fuori da dietro una guglia di roccia e, volteggiando la spada, si gettò sul vecchio Bjorn, l’uomo della mazza, cercando di abbatterlo rapidamente per poi sfuggire al grosso dei cacciatori.

Ma Bjorn cedeva terreno poco a poco, parando i colpi della spada con la sua mazza, che reggeva con tutte e due le mani. Hull insultò con ira quell’uomo flemmatico, lo attaccò con furia ed evitò per un filo un colpo della mazza.

Il vecchio Bjorn lo strinse, ma ebbe troppa fretta. La spada entrò ed uscì rapidamente dal suo petto, come la lingua guizzante di un serpente. La mazza di Bjorn cadde e il suo corpo incominciò a rotolare giù per il fianco della montagna.



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